PICCOLO MUSEO DELLA FINE DEL MONDO

Un museo in miniatura che ospita quattro Retablos, uno per ogni elemento della natura: la terra, l’aria, il fuoco, l’acqua. Quattro diorami sulla fine del mondo, in una sintesi estrema delle molteplici fini del mondo – il nostro mondo.
Il primo Retablo è legato alla terra: al suo riscaldamento, ai cambiamenti climatici che rendono l’apocalisse anche bella, vista dal di dentro. Un momento di fioriture impazzite.
Il secondo Retablo è legato all’aria: la vita in movimento che ci attraversa il corpo, il respiro che ci anima, il soffio che viaggia nel cielo e porta la devastazione mentre noi ci preoccupiamo di altre cose, mentre guardiamo dalla parte sbagliata.
Il terzo Retablo è legato al fuoco: l’elemento più classico della distruzione. L’Armageddon, il buio, meteoriti in fiamme: e il solito piccolo ego sfortunato si perde il Gran Finale.
Il quarto Retablo è legato all‘acqua: è tutto finito e l’acqua lava via, con un nuovo diluvio. L’uomo si è già giocato le sue carte e a questo punto il compito di mettere in salvo chi ricominci da zero viene affidato ad altri.
Il pubblico si aggira nel museo contemplando le opere. Siamo noi, che osserviamo lo spettacolo che abbiamo messo in scena, come se tra noi e la realtà ci fosse un vetro e noi guardassimo dal di fuori.
La nostra specie non ha protetto il pianeta e ora il pianeta si difende da sé.  Ma potrebbe anche essere un punto di vista presuntuoso: forse noi siamo solo un incidente, una noiosa infestazione, un problema cutaneo. Come per noi i pidocchi. Però noi, delle porzioni di pelle del mondo che abitiamo, abbiamo anche gli atti di acquisto in carta bollata.
A volte sembra che le nostre anime siano infinite e facciamo cose meravigliose. A volte siamo meschini, le nostre anime capocchie di spillo.
Tra la meraviglia e l’orrore ci sono i giorni, i lunedì e i martedì e le altre piccole vite che abbiamo ordinato dando loro dei nomi che si ripetono, in un ritmo addomesticato; nei giorni ci sono i piccoli atti che ci portano lentamente e inesorabilmente in una direzione oppure in un’altra.