BRACCIALETTI BABAISTI

Mentre impagino il catalogo dei Retablos, inserendo le fotografie delle opere sopra i rispettivi titoli, succede che, nel processo, le immagini di certe opere capitino sopra i titoli sbagliati.
Non sembrano mai sbagliati; sembrano giusti. Sono, solo, altre cose. Ma belle, ognuna con il proprio senso perfetto.
Il caso non esiste, penso, come un mantra, davanti ad ogni nuova combinazione.

Quando la curatrice Maria Livia Brunelli invita a cena dodici persone – amici e collezionisti – nella sua home gallery a Porto Cervo dove sono esposti i miei Retablos, decido di stampare dodici titoli delle mie opere su altrettanti braccialetti di cuoio. Titoli, oppure i concetti che stanno dietro ai lavori, le cose in cui credo: ognuno dei convitati riceverà un titolo, a caso, come è successo con le immagini dei Retablos.
Ma, conoscendo l’esuberanza di Maria Livia, penso che sia meglio fare qualche braccialetto in più, nel caso qualcuno si aggiungesse all’ultimo minuto. Ne faccio 17.
Alla cena siamo io, più 17 persone (Il caso non esiste). Così a fine cena ognuno prende, senza guardare, il proprio braccialetto.

E, in effetti, ognuno prende il proprio.
Ogni braccialetto parla precisamente alla persona che lo ha scelto. I titoli arrivano come benedizioni ai partecipanti all’esperimento.
C’è bisogno di benedizioni. Il nostro universo è prodigo di critiche e avaro di benedizioni.
Così continuo a fare i braccialetti e a farli viaggiare per il mondo, facendoli prendere alle persone senza sceglierli, come un oracolo, una benedizione casuale. Il caso, esiste?